Il gusto degli scacchi
- ReenactAdvisor
- 10 set 2018
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 12 set 2018

«Sai che cosa è varietà? So’ questi vestiri scaccati, racamati, lillati e divisati: tu m’intendi bene; e queste tali cose tu le porti molto volentieri.»
Così tuonava Bernardino da Siena in un suo sermone dal pulpito in Piazza del Campo del 1427. E non a torto. Le stoffe "scaccate" (cioè a scacchi, quindi a quadretti) erano molto apprezzate dagli uomini e dalle donne del medioevo e, a ben cercare, si scopre che che sia prima che dopo l'epoca del francescano, per tali stoffe c'era richiesta e mercato. Non a caso il mercante pisano Vanni di Bonagiunta Stefani tra i molti panni inviati in Sicilia tra il 1326 e il 1327 annoverava anche una pezza di scaccato, e senza dubbio una larga diffusione dovevano avere i panni scaccati a Firenze se nella legge suntuaria del 1355 era espressamente scritto "che neuna donna, o femina o fanciulla, di chentunque conditione sia possa o ardisca o presumisca portare o vestire alcuna robba o vestimento alcuno di panno di lana divisato [...] o scaccato in seta". Infatti sempre a Firenze Donna Francesca moglie di Manni degli Albizi nel 1343 ha "unam chottam drappi schacchati cum scacchis albis et nigris cum virgis vermiliis et albis per transversum et cum virgis viridibus et sanguignis per longam" e donna Piera, moglie del portinaio Piggello aveva invece un mantello di drappo rilevato con lettere gialle e uccelli verdi e bianchi, alberi rossi e gialli, foderato di drappo purpurino scaccato anch'esso.

Anche il XVI secolo non è da meno: a Perugia nel 1508 una commissione di dieci celeberrimi iuris utriusque doctores bandì per gli uomini, tra le altre cose, calze scaccate o dimezzate, simili probabilmente alla stoffa che si vede qui di fianco. Ma se volessimo farci un'idea di come queste stoffe dovessero apparire, ci vengono in soccorso molti altri affreschi e quadri, scene sacre e ritratti e anche qualche scarso reperto: ne è un bell'esempio il Ritratto di Gentiluomo del 1512 di Bartolomeo Veneto alla Galleria Nazionale d'arte antica di Roma riportato qui sotto.

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